Nell'ampio panorama mondiale del
trail-running, il
Tor des Géants è in poco tempo diventato uno dei più ambiti e rispettati. Nato nel 2010, quest'anno festeggia la sua
5ª edizione proponendo a tutti i temerari che avranno l'onore di prendervi parte il suo classico percorso da
330 chilometri e
24'000 metri di
dislivello, che si snoda a cavallo delle due
Alte Vie della Valle d'Aosta, da coprire in un
massimo di 150 ore complessive. Sembra una sfida all'impossibile, appare come qualcosa di umanamente inaffrontabile, ma nonostante ciò, ben
660 sono coloro che si allineano
ai nastri di partenza, provenienti da ben
60 Paesi del mondo. Nelle passate edizioni è stato vinto, o meglio, conquistato da campioni del trail-running come
Ulrich Gross,
Jules Gabiod,
Oscar Perez e
Iker Karrera con un crono che si aggirava mediamente tra le 70 e le 80 ore, stabilendo ogni anno un
nuovo record.
Ma il Tor non è solo una competizione sportiva, è qualcosa di indescrivibile, qualcosa che lascia
un segno dentro, qualcosa che non ti scordi più. Poter essere nella
lista dei partenti non è solo un grande onore ma anche una sfida che bisogna vincere nell'arco di pochi minuti davanti al monitor di un PC: i
posti sono limitati e le chance pochissime. Dopo diversi tentativi quest'anno
Marco "Il Macchie" Macchieraldo ce l'ha fatta, potendosi così considerare uno di quei temerari che ha scelto di affrontare l'asprezza della natura e gli sconosciuti limiti di sé stesso.
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Tutti coloro che vogliono seguire Il Macchie vivendo assieme a lui la lunga avventura del Tor des Géants 2014 possono farlo attraverso i canali online, come segue:
Sito Web: Sul sito ilMacchie.it, in particolare in questa sezione, sarà possibile leggere tutti gli aggiornamenti ufficiali. L'unico vero punto di riferimento per seguire passo per passo (e in questo caso saranno davvero tanti), l'avventura di Marco. Inserisci tra i collegamenti preferiti il link sottostante, condividilo con gli amici, e torna a leggere spesso!
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http://instagram.com/nicklandmediaHashTag Ufficiale: Gli hashtag sono un tipo di tag utilizzato in alcuni social network per creare delle etichette (parole chiave) con l'intenzione di creare un trend.
L'hashtag ufficiale del Tor des Géants 2014 è
#Tor14, mentre l'hashtag ufficiale del Macchie è
#ilmacchie: vi chiediamo pertanto, qualora pubblichiate dei post relativi alla partecipazione di Marco all'evento di corredarli di entrambi gli hashtag.
Ad esempio:
«Ciao Macchie, in bocca al lupo e divertiti! #Tor14 #ilmacchie»
CONOSCERE IL TDG 2014?Maggiori informazioni, storie ed aneddoti, foto, e supporto giornalistico sul Tor des Géants 2014 sono rintracciabili sia online, sia offline, secondo la lista che segue.
Online: su internet è possibile collegarsi al sito web ufficiale dell'evento all'indirizzo
http://www.tordesgeants.it oppure per i giornalisti al portale eventi Nickland, Media Partner, all'indirizzo:
http://www.nickland.org/events/modules/news/index.php?storytopic=37Offline: per capire meglio di cosa si tratta si possono intraprendere alcune interessanti letture come il libro di Stefano Torrione intitolato "Tor des Géants"
(Un lungo anello sospeso tra terra e cielo); il libro di Pietro Trabucchi "Perseverare è umano"
(Questa gara ci insegna molte cose sulla motivazione umana: sulla sua forza spaventosa); il libro di Fabrizio Pistoni "Elogio del limite"
(Pensa in grande e osa fallire. Un libro per capire cosa ci porta vicino al limite).
PERCHÉ AL TDG 2014?Quali sono le principali motivazioni che hanno spinto Marco Macchieraldo a voler partecipare al Tor des Géants 2014?
«Nel luglio 2012 venni invitato dall'amico Cesare Pedrazzo (TDG Participant e recordman italiano KL dal 1997 al 2005) a partecipare alla presentazione del Tor ad Aosta. In quell'occasione presentarono un video promozionale che mi emozionò particolarmente: la sfida, i paesaggi, la natura, la gente. La notte rivivetti il video nella mia mente aggiungendoci un Macchie immaginario... Capii che prima o poi sarebbe dovuto diventare realtà!»
AFFRONTARE IL TDG 2014Sabato 15 febbraio 2014 Marco ha ricevuto la conferma di iscrizione al Tor 2014: la sera stessa è andato a fare una camminata di una ventina di chilometri! Allenamento? No, semplicemente era necessario smaltire un misto di felicità e paura sorte all'improvviso.
L'approccio vero, seriamente parlando, è iniziato una settimana dopo, con la pianificazione dei vari task da completare: studio di attrezzatura e abbigliamento, sviluppo dell'allenamento più adatto, confronto con chi l'ha già fatto. Se le scelte sono state corrette lo si può capire solo dopo la linea del traguardo, avendole messe a dura prova davvero.
Attrezzatura e abbigliamento: lo zaino è uno dei primi elementi a cui si pensa. Poter coniugare capienza e comfort è fondamentale. É a tutti gli effetti il compagno di viaggio che segue il partecipante lungo tutto il percorso, assieme ovviamente alle scarpe. Importante peraltro è anche l'ergonomia dello zaino stesso che, oltre a dover calzare a pennello, deve poter distribuire i pesi in maniera bilanciata.
Le scarpe sono un altro punto fondamentale. Ospitano i piedi per 330 chilometri e oltre, sopportano stress incredibili, su terreni polverosi o rocciosi, devono essere in grado di assorbire il più possibile gli urti rigidi ed assicurare il massimo grip. C'è inoltre il dilemma dell'equilibrio tra protezione e areazione del piede. Insomma la scelta si fa ardua: la soluzione in ogni caso è il doppio paio di scarpe.
Allenamento fisico e mentale: è forse il cuore della preparazione in vista del Tor. Coprire 330 chilometri è la prima difficoltà, che aumenta esponenzialmente pensando ai 24'000 metri di dislivello positivo, non c'è soluzione di continuità, si dorme poco o niente, si fa un'attività aerobica sì ma ad una quota media elevata in cui la carenza di ossigeno può farsi sentire. Inoltre c'è il tifo degli amici e la compagnia sporadica degli altri concorrenti, è vero, ma quando c'è da far fatica ci si trova soli con sé stessi e con la necessità di raggiungere e a volte oltrepassare i propri limiti, sempre tenendo in mente quanto sia importante saper eventualmente rinunciare (Simone Moro al Nanga Parbat docet!).
Confronto con i finisher: chiedere com'è risulta fondamentale. Il Tor lo si può affrontare con più obiettivi, vincerlo, goderselo, finirlo: conoscere il punto di vista di più partecipanti che hanno già portato a termine quest'avventura diventa molto importante. Quattro parole con Sonia Glarey (2ª nel 2012 in 97 ore), e un paio di lunghe chiacchierate con Luigi Ploner e Francesco Abate (finisher in svariate edizioni). Ne escono aneddoti interessanti, ma soprattutto consigli utili, sia dal punto di vista sportivo-logistico, sia dal punto di vista mentale. Luigi, tra le altre cose, ha detto: «Marco, essendo la tua prima volta, se credi a me, non andare a provare alcun tratto del percorso, ti priveresti della magia e della sorpresa dello stesso il giorno della gara!».
NEWS - IL DIARIO(report live a cura di Nicolò Caneparo)Lunedì 1° settembre 2014 - ore 21:00 » Manca oramai meno di una settimana allo start della 5ª edizione del Tor des Geants e affinché tutto sia pronto oggi abbiamo scelto di fare l'ultimo meeting pre-partenza. Si è cercato di capire bene i probabili tempi di percorrenza, la logistica della copertura mediatica, e i particolari che potrebbero fare la differenza, non tanto sul risultato finale, quanto sul racconto dell'esperienza.
Martedì 2 settembre 2014 - ore 06:40 » Marco ha raggiunto Courmayeur per prenotare l'accomodation e per fare una ricognizione delle aree di partenza. Un paio di giorni di concentrazione e rilassamento pre-evento. -
ore 14:30 » Piccolo allenamento con l'ascesa ai 2571 metri del Col d'Arp. Poco più di 8 chilometri e 1364 metri di dislivello positivo. Buone sensazioni sia fisiche, sia con l'abbigliamento.
Mercoledì 3 settembre 2014 - ore 11:33 » Aggiornato il reportage su
NicklandMedia, relativo alla parte agonistica dell'evento: è possibile raggiungere l'articolo
cliccando qui. Caricato online il documento relativo alle barriere orarie (scorri questo articolo fino in fondo per trovare i documenti scaricabili).
Giovedì 4 settembre 2014 - ore 15:30 » Marco avrà il pettorale 1022: chi vuole potrà fotografare il codice QR applicato sul numero per indicare la posizione all'organizzazione. Oggi nuova salita al Col d'Arp con lo zaino a pieno carico, proprio come in gara. Le sensazioni sono notevolmente diverse, ma comunque molto buone. In questi due giorni sono il vento e il freddo a stupire Marco: in quota bisogna vestirsi molto. Interessante e positivo il test scarpe, infatti, escluso in alcuni tratti di discesa in cui infilerà le Tecnica, la maggior parte del percorso verrà coperta con le Salomon.
Venerdì 5 settembre 2014 - ore 22:00 » Giornata di reset per Marco. Ultimi momenti di concentrazione e un poco di riposo per affrontare al meglio il weekend. Nessun allenamento di giornata.
Sabato 6 settembre 2014 - ore 10:30 » Alla vigilia della partenza raggiungo Marco in loco, a Courmayeur, per affrontare assieme le fasi della consegna dei pettorali e del briefing tecnico. La giornata è splendida, il sole brilla in cielo, e le montagne si presentano in tutta la loro imponenza.
- ore 14:00 » Tutti allo Sport Center del villaggio valdostano: si apre la sessione di consegna dei pettorali ai partecipanti. Un momento importante non solo perchè si tocca con mano il numero che accompagnerà i runners durante la loro impresa, ma anche perchè vengono effettuati i severi controlli di sicurezza affinché tutti siano in possesso del materiale obbligatorio. Due sono i tavoli, all'interno dell'area dedicata a questa procedura, presso i quali i giudici dell'organizzazione danno il nullaosta al completamento della registrazione. Nella lista vi sono: scarpa di categoria compresa tra A2 e A5, zaino o marsupio, carta di identità, borraccia o camelbag, bicchiere, riserva alimentare, due lampade funzionanti con pile di ricambio, coperta di sopravvivenza, fischietto, banda elastica adesiva per fasciature, giacca in Goretex®, pantaloni o collant da corsa, copripantaloni, micro pile a manica lunga, cappello o bandana, guanti e copriguanti impermeabili, telefono cellulare, altimetro. É un momento assolutamente particolare: una lunga fila composta da circa 700 temerari attende il proprio turno. Un mix di lingue, gesti, colori, emozioni, paure, e tanti sorrisi. Mentre Marco avanza piano piano in fila, io e Nicole (la mia fida assistente), andiamo in cerca di qualche intervista armati di videocamera e microfono. Tentiamo l'approccio non tanto con le persone che magari conosciamo, bensì con quei visi che trasmettono immediatamente le loro sensazioni, poichè spaesati in cotanto vociare. Al mio microfono si alternano uno spagnolo, due americani, un gallese, due malesi, un giapponese, un francese e un intero gruppo di cinesi: dopo tanti esteri anche un paio di italiani fanno capolino di fronte all'obiettivo. (Falliamo il colpo solo con una ragazza polinesiana, per reciproci problemi di comprensione linguistica).
- ore 18:00 » É il turno di Marco al check point: gli fanno aprire lo zaino per valutarne il contenuto: anche i commissari, in un istante, capiscono che personaggio hanno di fronte: tra i vari elementi che compongono il suo zaino una sveglia, un kit per fasciature degno del miglior pronto soccorso, e batterie per alimentare l'intero punto vita per un'ora!! Un sorriso comune congeda il pettorale 1022, il quale ringrazia con un sonoro sospiro di sollievo!
- ore 18:30 » Io e Nicole ci spostiamo nell'area dedicata alla presentazione degli atleti più quotati. Un bel momento in cui i migliori si godono il bagno di pubblico e vengono presentati di fronte alle telecamere. Umiltà e simpatia sono protagoniste e rendono ancora più ammirabili questi eroi delle montagne. Tra le varie interviste raccolgo quella di Oscar Perez il quale, con una semplice quanto potentissima frase, riassume alla perfezione l'essenza del Tor: «El Tor es un monumento a la voluntad!»
- ore 19:45 » La sacca di Marco, che sarà trasportata dall'organizzazione lungo il percorso, è pronta per la consegna definitiva fissata per le ore 20:00. Un doppio controllo assicura di non dimenticare nulla.
- ore 23:00 » Dopo una copiosa cena e alcune sane risate per stemperare la tensione è ora di separare le nostre strade e di andare a riposare.
Domenica 7 settembre 2014 - ore 08:00 » Splende già il sole in cielo quando squilla per la prima volta il mio cellulare. Marco mi chiama per metterci d'accordo sul meeting presso la linea di partenza. La notte è passata tranquilla e serena (io sono convinto fosse comunque bello teso, come è giusto che fosse!). Una pasticceria del centro ospita il Macchie per la sua "colazione da campioni" (ma non da ultra-trail runner sicuramente!). Intanto in via Monte Bianco la manifestazione si è accesa: i volontari hanno donato tanto colore all'area dello start. Striscioni, fiori, musica, e balli caratteristici valdostani ravvivano l'attesa. A circa un'ora dal via inizia ad affluire tantissimo pubblico da ogni dove. Anche in quest'occasione il vociare è caratterizzato da tanti idiomi che rendono davvero internazionale un evento di questo tipo. Da Biella spunta all'orizzonte un folto gruppo di nordic walker e amici di Marco, i quali, da fanclub rodato, si sono organizzati con uno striscione degno di una curva calcistica. Lo speaker, Silvano Gadin, inizia a scaldare la folla oramai straripante: tante bandierine colorate, mosse dalle mani festanti dei bimbi, sventolano lungo le transenne. A mezz'ora dalla partenza arriva anche Marco, sorridente e pronto: il suo sogno sta per prendere il volo. Un saluto, un'intervista rapida e le ultime raccomandazioni dal sottoscritto e dai suoi genitori: è ora di schierarsi. Sono 738 coloro che hanno fatto risuonare il proprio microchip all'entrata delle griglie, provenienti da 55 paesi diversi, tutti accomunati dalla voglia di vivere questo incredibile viaggio basato sulla fatica, ma condito da esperienze incredibili che rimarranno indimenticabili. Fotografi e cineoperatori si accalcano di fronte allo striscione principale, anch'essi d'ogni nazionalità, pronti per catturare i primi passi di una lunga storia. É il momento della discesa in campo dei top runner: una passerella dedicata a loro e al pubblico che è accorso ad acclamarli. Manca davvero poco, il tempo di alzare i bastoni al cielo, un sospiro, ed ecco che un rapido conto alla rovescia scandisce la fine dell'attesa e l'inizio della battaglia.
Il Tor è partito accompagnato dall'urlo della folla: i primi scattano sin da subito per cercare di prendere in testa l'attacco del primo sentiero in single track, mentre gli ultimi avanzano piano piano seguendo il gruppo. Un saluto di Marco alla telecamera prima di lasciare Courmayeur, e in un battibaleno la zona di partenza si svuota, lasciando anche i suoi silenzi. Ora tocca a loro vincere la guerra con la fatica, il dislivello, la distanza e le condizioni meteorologiche.
- ore 15:30 » Entro in sala stampa per inviare alcune immagini, aggiornare questo articolo e per capire un po' che aria tira dal percorso. I migliori stanno rispettando ogni aspettativa: alle 12:20, dopo soli 160 minuti il francese Lionel Trivel ha coperto i 19,5 chilometri fino a La Thuile. Dopo circa un'ora e 58 minuti anche Marco passa attraverso il medesimo punto: la prima asperità è alle spalle.
Lunedì 8 settembre 2014 - ore 01:23 » Guardando fuori dalla finestra dell'albergo osservo le montagne che segnano, con il loro profilo corvino, una linea netta nel cielo sereno, illuminato dalla luna piena e spazzato da un alito di vento: penso che 738 temerari stanno sfidando madre natura e le signore montagne, inseguendo un sogno che passo dopo passo si sta realizzando. Penso però anche alla solitudine di chi, magari un po' in ritardo, procede da solo, senza un gruppo che possa regalare quella fiducia necessaria per affrontare in sicurezza le insidie dei pendii. Ad un certo punto squilla il cellulare: è Marco che mi dice di aver raggiunto con successo, dopo più di 15 ore, la prima base vita di Valgrisenche. Carichissimo, mi dice a gran voce: «Nick, quassù è una forzata! Ora provo a mandarti un'email e poi alle 3 e qualcosa riparto!». Quest'energia mi fa capire che per ora sta andando tutto bene. Forza Macchie!
- Ore 15:17 » Ci troviamo qui al ristoro di Eau Rousse, in Valsavaranche, dalle 10:00 di mattina. L'occasione per noi è ghiotta perchè è un passaggio molto tranquillo, in cui possiamo raccogliere diverse interviste ai partecipanti. Attorno alle 12:00 incontriamo un runner inglese, uno dei senatori della corsa, quelli che hanno quindi partecipato a tutte e cinque le edizioni del Tor. La domanda è d'obbligo:
«Quali sono le principali differenze che ha potuto notare in questi cinque anni?». La risposta è davvero simpatica:
«Senza dubbio l'elemento che è maggiormente migliorato è il cibo: ora è davvero buono! L'organizzazione poi - continua più serio -
è più solida e strutturata e la gente sul percorso è molto più numerosa. Ciò che non è mai cambiato invece è il fascino del percorso. Insomma, - dice con orgoglio -
è la corsa più bella e dura al mondo». Saliamo un poco lungo il sentiero e, tra una marmotta e l'altra, incontriamo Michele, il quale ci dice che per lui è la prima esperienza al Tor: il suo più grande problema è rappresentato dalle crisi di sonno che si rivelano particolarmente dure da superare. Il tempo scorre piano piano, la pace e il silenzio della montagna vengono interrotti di tanto in tanto dal fragoroso tifo di qualche persona che incita i propri beniamini. Tutti i corridori hanno un saluto o un sorriso per noi, nonostante la fatica inizi a farsi sentire, e i primi acciacchi fisici stiano diventando sempre più presenti. Nel pomeriggio, scorgiamo una macchia blu tra gli alberi: è il passo deciso del Macchie. Gli vado in contro con il microfono per raccogliere le sue prime sensazioni, mentre da lontano, Nicole, ci inquadra in questi pochi passi assieme. Il morale è molto buono, la situazione fisica anche,in più ha trovato una nuova compagna di viaggio, Evelina, un'infermiera di Aosta, con la quale ha potuto e potrà condividere parte del tracciato. Lo lascio alle operazioni di routine: il check-in attraverso il gate di cronometraggio, il passaggio presso l'area di ristoro vera e propria e la valutazione medica da parte dei responsabili della sicurezza. Lo ritrovo seduto a bordo strada, con i piedi all'aria e con in mano un piatto: accanto a lui il suo fido zaino. Ci racconta che non ha mai mangiato tanta minestra come in questi giorni di gara: è la scelta migliore per evitare problemi di digestione, specialmente sotto sforzo e con variazioni termiche tra il giorno e la notte molto sensibili. Per noi è la prima occasione di avere un racconto della porzione di gara vissuta sin qui. Alla partenza ha potuto godersi il pubblico e l'adrenalina del momento, ma già a pochi metri dal via il primo problema: quasi 40 minuti di attesa per un ingorgo creatosi all'imbocco del sentiero in single track. Pazienza, non ha ambizioni di classifica, ma la semplice voglia di godersi il viaggio. Dopo le salite iniziali, incontrato il primo punto di ristoro in quota si è fermato a bere ma non si è accorto che il the versatogli nel bicchiere non è caldo, anzi. Un errore che si è rivelato fatale per il suo stomaco: infatti poco dopo, viene costretto ad uno stop forzato nei pressi del rifugio Deffeyes. Una tappa d'esordio dunque caratterizzata da un problema fisico che lo ha frenato, e non poco. Dopo la notte tuttavia alla base vita di Valgrisenche tutto è tornato in regola. Il racconto prosegue mentre la minestra nel piatto va terminando: è una storia felice e piena di eccitazione. É ora di ripartire, non prima però di essersi cosparso i piedi di crema emolliente e soprattutto di essersi lavato i denti: spazzolino e dentifricio erano pronti nello zaino! C'è ancora il tempo per regalargli una piccola sorpresa, riceve il mio telefono ignaro di chi fosse l'interlocutore: mamma Silvana gli manda un gioioso saluto da casa. Dopo questa ulteriore iniezione di buon umore, e dopo aver registrato un paio di interviste, torna a marciare: la lunga e impegnativa rampa che porta al Col Loson lo attende. Lo seguiamo ancora, armati di telecamera e macchina fotografica, per il primo tratto di salita attraverso i prati e le baite di pietra: ritrovato il ritmo giusto lo lasciamo continuare tranquillo. Il prossimo appuntamento è nella notte alla base vita di Cogne.
Martedì 9 settembre 2014 - ore 00:51 » Marco mi ha inviato un SMS: «Buongiorno Nick, ho dormito 2 ore al Rifugio Sella, ora scendo verso Cogne».
- ore 04:45 » Un altro messaggio con il quale il Macchie mi avverte che alle 5:23 sarebbe ripartito da Cogne verso Donnas. Dopo nemmeno 10 minuti siamo al punto vita con il faretto della telecamera al massimo, e il microfono pronto per raccogliere le sue sensazioni dopo un'ulteriore mezz'ora di riposo. Le condizioni sono ottime, soprattutto dei piedi e delle ginocchia, considerando la brutta discesa dai 3299 metri del Col Loson. Sembra abbastanza riposato. La sua lampada frontale è già accesa, pronta per illuminare il sentiero che lo condurrà prima a Lillaz in notturna e poi all'alba al rifugio Sogno a 2530 metri d'altitudine. Anche questa volta ripartiamo assieme a lui ed Evelina, attraverso il magico bosco di pini lungo il torrente della valle di Cogne. La luna, sebbene a volte coperta da qualche nuvolone, riesce ad illuminare parte dello sterrato. L'atmosfera è stupenda, il passo è rapido, e quando si può si chiacchiera, vuoi per tenersi compagnia, vuoi per conoscersi meglio. All'attacco della rampa verso Goilles li lasciamo continuare da soli e noi torniamo alla base a scrivervi queste parole.
- ore 14:00 » Mi trovo a Chardonay, nella valle di Champorcher. Il cielo è grigio e dalle vette sta calando la nebbia e diverse nuvole minacciose. Secondo le puntuali proiezioni di Elisabetta Favettini, la quale ci supporta, in termini di tempi, da diverse tappe, Marco dovrebbe arrivare a breve. Tutti gli apparecchi per la cattura delle immagini sono pronti ad attenderlo. Dopo una mezz'ora iniziano a cadere le prime gocce di pioggia che presto si trasformano in un acquazzone montano. I sassi levigati che ricoprono il sentiero si fanno scivolosi e avanzare in discesa in queste condizioni diventa un terno al lotto. Ecco che arriva insieme ad Evelina, con i bastoni a frenare il passo e il viso completamente fradicio. Sono in forma entrambi. Entrano al punto di ristoro alle 14:46, dove possono prendere subito un piatto caldo di minestra e scaldarsi un po'. Fuori continua a piovere a dirotto, quindi si evita il cambio di scarpe: meglio preservarne almeno un paio asciutte. Mentre i vestiti asciugano vicino al calorifero ascolto Marco nei suoi racconti di giornata. I problemi di grip con le scarpe si sono manifestati sin dai primi piovaschi, per il resto è andato tutto bene, e la pioggia ha dato quel tocco di avventura in più (come se non ce ne fosse già a sufficienza n.d.r.)! É meglio non fermarsi troppo a lungo altrimenti i muscoli si raffreddano e si induriscono, così il Macchie procede con il primo taping della corsa, posizionando preventivamente un paio di bande adesive sui talloni affinché le calze bagnate scorrano su di loro e non direttamente sulla pelle, irritandola. Riempie la borraccia termica, si copre a dovere, ringrazia tutti i volontari, firma il tabellone in uscita e, insieme alla determinatissima Evelina, torna a marciare e a marciarsi. Li seguo per qualche chilometro: le prime centinaia di metri fuori dal punto di ristoro sono asfaltate e in piano, mantengono quindi un passo molto veloce, massima rullata, niente bastoni. Giunti alla frazione di Chateau lasciamo la strada principale e ci infiliamo in un sentieri tecnico, viscido e fangoso in forte discesa. La coppia estrae i bastoni per affrontare il pendio, io li anticipo di qualche metro per immortalarli, e poi li saluto.
- ore 18:00 » Sono oramai un paio d'ore che mi trovo a Donnas (la base vita alla quale Marco dovrà arrivare questa sera). Ricevo un SMS con la sua stima di arrivo: ore 18:20. Ci prepariamo come al solito, studiamo le inquadrature e le domande, e poi ci dirigiamo verso l'entrata del punto vita. Alle 18:30 inizia nuovamente a piovere dopo una breve tregua pomeridiana, ma di Marco ed Evelina non c'è l'ombra. Solo alle 20:14 vediamo arrivare la coppia, contornata per l'occasione da alcuni membri del Macchie's Fanclub, con un bel sorriso per la sensazione di raggiungere un meritato riposo di qualche ora e del cibo caldo dopo un pomeriggio di freddo e pioggia. Senza che nemmeno io porga domande Marco vuole subito sottolineare al mio microfono quando oggi siano stati fondamentali i bastoni: in discesa in particolare, sia per alleggerire il peso del tronco e dello zaino, sia per scaricare le vibrazioni al suolo, sia, soprattutto, per una questione di sicurezza. Una volta entrato alla base vita rincuorato da un caloroso applauso del pubblico, mi spiega quanto sia stupito di sé stesso nella capacità di stimare i tempi:
«Non sbaglio mai a stimare i tempi di percorrenza in base alla distanza da percorrere, eppure qui al Tor fatico tantissimo, in particolare oggi». Oggi, tra l'altro, anche una piccola caduta sul sentiero poco prima di Pontboset: nulla di grave, una lieve botta su un sasso, smorzata un poco dallo zaino, e subito curata con un po' di crema lenitiva. Il fisico tiene, la mente anche, mentre il sonno sta prendendo piede. É ora di andare a nanna.
- ore 00:59 » Un solo minuto alla mezzanotte ed è ora di ripartire verso i 2'224 metri del Rifugio Coda, il giro di boa del Tor 2014.
Mercoledì 10 settembre 2014 - ore 9:25 » Marco ha raggiunto in tempo, assieme ad Evelina, il Rifugio Coda. Una salita impegnativa e difficile. La mancanza di sonno si è fatta sentire più del solito, obligando il biellese ad un quarto d'ora di sosta forzata ai piedi della salita: 15 minuti con gli occhi chiusi per poi ripartire a tutta. Evelina lamenta un dolore ad un piede e, con grande spirito di squadra, il ritmo scende un poco: meglio un po' più piano ma in due, che di corsa da soli. Giunti al rifugio abbastanza affaticati, è ora di assumere un po' di cibo, e soprattutto è ora di bere qualcosa. Finora i piedi di Marco hanno coperto la bellezza di 165,783 metri, scalando i pendii dell'Alta Via numero 2, in 71 ore e 25 minuti. Si riparte rapidamente lungo i sentieri quasi "di casa", verso il lago Vargno situato a 1'686 metri d'altitudine. Mentre la coppia avanza, alle 9:49 il valdostano Franco Collé, dato tra i favoriti alla partenza, arriva a Courmayeur, e vince la quinta edizione del Tor des Géants, con un distacco sullo statunitense Nickademus Hollon di 4h:20'.
- ore 13:30 » Marco ed Evelina raggiungono faticosamente il lago. Il problema dell'infermiera valdostana si acuisce a tal punto da farle ipotizzare il ritiro, nonostante sia stata esempio di grande determinazione sin dai primi chilometri di gara.
- ore 18:34 » Marco, dopo la sofferta decisione (presa di comune accordo) di abbandonare Evelina nelle mani dei commissari di percorso, raggiunge Niel da solo, dando il massimo. Un sentiero viscido e fangoso lo conduce al punto di ristoro, a soli 34 minuti dal tempo limite. Dopo il cambio di abbigliamento (la pioggia l'ha accompagnato a lungo), cerca di mangiare un po', sebbene lo sforzo enorme lo abbia privato della fame. É oramai una corsa contro il tempo, e quindi alle 19:00 Marco torna ad affrontare la terra e i sassi, con l'obiettivo di raggiungere la base vita di Gressoney in sole quattro ore (tempo limite). La forza c'è ancora, la voglia di lottare anche, sebbene la perdita della compagna di viaggio sia un duro colpo per il biellese.
- ore 23:05 » Missione compiuta! É entrato alle 23:05, scortato per qualche tempo da Patrizio Boin e da alcuni del Fanclub, alla base vita di Gressoney. É ancora all'interno del tempo massimo perchè è stato aggiunto un ulteriore quarto d'ora viste le condizioni assolutamente proibitive del percorso: fango, acqua e sassi hanno reso questa porzione durissima, mentre la necessità di accorciare i tempi ha imposto al Macchie un passo sovraumano. La stanchezza ora è agli estremi, dolori ovunque, energie al lumicino. Solo due ore di riposo: vedremo.
Giovedì 11 settembre 2014 - ore 1:20 » La telefonata che non vorresti mai ricevere. Alle 00:49 Marco si è svegliato per ripartire alla volta della base vita successiva di Valtournenche, ma al check-out i medici della struttura gli hanno impedito di ripartire. Lo sforzo estremo compiuto ieri per raggiungere in tempo Gressoney ha lasciato il segno: febbre alta e fine del suo sogno. Gli viene tolto il braccialetto con il chip, e poco dopo, con una navetta, viene ricondotto a Courmayeur per la notte.
- ore 10:40 » Marco si è svegliato da un'oretta abbondante, così ci troviamo in centro per fare il punto. Fisicamente è abbastanza a posto: la ferita alla mano che si è provocato cadendo nella discesa verso Gressoney si è già rimarginata, la vescica nel piede si sta già asciugando, le ginocchia e le caviglie sono assolutamente in buone condizioni. Tutt'altro per ciò che concerne l'umore: risulta comprensibile il profondo senso di delusione che attanaglia il Macchie. Registriamo un paio di interviste vicino all'area di arrivo, entrambe interrotte dall'emozione, dai ricordi e dal "cinque" che gli batte un atleta che sta concludendo il suo Tor. Mi fa poi vedere le scarpe con cui ha terminato ieri la sua fatica: sono una maschera di fango, ma sanno di vissuto, sono così belle dopo 200 chilometri... Ancora due chiacchiere su ciò che ha capito e imparato da questo primo tentativo: i tempi, le strategie, il rispetto e l'umiltà verso le montagne, o meglio, verso i giganti, che piano piano ha tentato di superare. É ora di lasciarlo tranquillo, lui spegne il cellulare dopo avermi consegnato alcune foto, e torna a piedi verso la sua camera di hotel per un paio di giorni di meritata solitudine. Mentre lascio Courmayeur, il finestrino abbassato mi permette di sentire lo speaker che annuncia l'arrivo della terza concorrente, completando così anche il podio femminile che vede sul gradino più alto la francese Emilie Lecomte (85h:53"), davanti alla Lisa Borzani e alla svizzera Denise Zimmerman.
Venerdì 12 settembre 2014 - ore 22:30 » Un messaggio del Macchie direttamente da Courmayeur: «Ciao a tutti! Dopo circa 15'000 metri di dislivello e 200 chilometri percorsi il Tor per me si interrompe. Rimpianti? Assolutamente nessun: ho vissuto un viaggio che ha dell'incredibile e vorrei poter condividere con voi anche solo per un minuto i miei ricordi per farvi capire cosa si prova a stare ad un centimetro dalle stelle. Ho incontrato persone di varie nazionalità, non ci capivamo e questo mi spiace un po', tuttavia ci siamo intesi ugualmente: questa è la forza del Tor. Come sto ora? Ancora un po' frastornato, ma con muscoli e le articolazioni in buone condizioni. C'è ancora un piccolo gonfiore alla caviglia sinistra, ma ci sta, specialmente dopo la discesa verso Gressoney in cui le condizioni erano al limite della praticabilità. Mi spiace non aver risposto a tutte le vostre chiamate e messaggi, ma ho avuto bisogno di tempo per assorbire questa vagonata di emozioni. Un grazie a chi mi ha srguito, voi non sapete quanto è stato importante».
LA RASSEGNA STAMPAÉ disponibile pubblicamente la rassegna stampa completa degli articoli relativi all'evento «TOR DES GÉANTS: La sfida all'ignoto incontrando sé stessi».
Per visualizzare gli articoli clicca sul link sottostante:
»
http://www.ilmacchie.it/modules/news/article.php?storyid=101
I COMMENTI DEGLI AMICIAlcuni dei messaggi che sono stati inviati al Macchie prima, durante e dopo l'avventura. É ovviamente fondamentale, specialmente a livello mentale, sentire il costante supporto degli amici! Per inviare un messaggio a Marco, scrivi una mail a
info@ilmacchie.it.
Francoise Guichon - 03/09/2014 » 1022.... - 4
Emanuela Favarin - 03/09/2014 » MacchiEnergy
Pasquale Elia - 03/09/2014 » Forza Marco, porta la tua simpatia al TDG
Massimo Morino Gallone - 03/09/2014 » Evvvvvvvai
Paolo Lanza - 03/09/2014 » Marc sei il mio idolo. In bocca al lupo
Paco Pozzato - 03/09/2014 » Grande Marco!!!!!!
Federica Massa - 03/09/2014 » Un mito!!
Laura Colombo - 03/09/2014 » Grande Marco facciamo tutti il tifo per te...
Cristiano Ramella - 03/09/2014 » Macchie faje maleee!!! Attento ai dinosauri
Alessandro Caneparo - 03/09/2014 » La macchia comunque vada......lascerà un segno indelebile su quelle montagne!!!!! Forza siamo con te!
Federica Fiorani - 03/09/2014 » In bocca al lupo!!
Marcello Vallese - 03/09/2014 » Vai piano, pensa a noi! Papi&Mamy
Maria Carmen Melis - 03/09/2014 » In culo alla balena Marco e buon cammino!!!
Piero Zilio - 03/09/2014 » Metticela tutta,dai che ce la puoi fare!!!
Raffaela Machieraldo - 03/09/2014 » Mi raccomando... Non prendere freddo...!!! Mamy
Emanuela Favarin - 03/09/2014 » Anche dalle colline monferrine ti arriveranno sostegno e affetto. Apri occhi, cuore e accogli a braccia aperte tutta la bellezza di questa esperienza. Fa' sentire alle nuvole il rumore dei bastoni, e, come ci insegni tu, prendi tutto con il sorriso... Daje Macchie!!! Orgogliosa e fortunata ad avere un amico come te, follemente lucido. Un abbraccio. Manu
Pietro Landone - 03/09/2014 » La mente è più forte del fisico. La voglia di misurarsi con se stessi è un modo di crescere e, sovente, di migliorarsi. Tu la tua gara l'hai già vinta perché, ricorda, l'importante non è il luogo d'arrivo, l'importante è il viaggio, e tu hai iniziato a viaggiare nel momento in cui hai iniziato ad allenarti. Ti ammiro quindi per la decisione presa, per i sacrifici fatti per arrivare all'appuntamento al meglio e per la voglia di superarti. Come finirà non ha importanza, anche se non ho dubbi che ce la farai. Scusa per la lunghezza del pensiero ma ci tenevo a dirti qualcosa di più di un semplice "grande Marco" su Facebook! Un abbraccio forte e a presto. Pietro
Sabrina Coda - 04/09/2014 » Tutti molto fieri di te.
Bandavej Baselayer - 04/09/2014 » Magico Macchie!!........
Roberto Franco - 04/09/2014 » Il grande Macchie!! in bocca al lupo!!
Stefania Krachler - 04/09/2014 » Tanta ammirazione anche da parte mia: in bocca al lupo nel suo significato piu' vero....
Marco Spada - 04/09/2014 » Fallo con la tua vera presenza. e la tua presenza sarà importante. Pura vida.
Anna Ronzani - 04/09/2014 » Marco Macchieraldo e come dici tu: "Comunque vada sarà un successo!"
Alessandro Caneparo - 04/09/2014 » Caro Marco, quando mi hai detto che ti avevano preso al Tor nei tuoi occhi splendeva una luce speciale, di allegria, di voglia di fare, di paura ad affrontare una cosa che, solo a pensarci, mi tremano le gambe. Ma le avventure, le sfide, fanno parte dei grandi personaggi e tu, in punta di piedi e con grande determinazione, nei cominci a far parte. Questa è una grossa avventura che ti porterà forse momenti di gioia o paura ma che porterai avanti con il cuore!!! Ricordi e sensazioni che solo tu potrai portare nel cuore x tutta la vita... Non importa il tempo che ci metterai o se lo finirai o altro... già solo il coraggio di provare ti premia!!!! Perciò caro Macchie dacci dentro e... come hai insegnato a me da amico e da istruttore di Nordic, nella vita... MAI MOLLARE!!!! Un grosso abbraccio da un tuo amico e un tuo Fan!!!! Un abbraccio Alessandro
Elena Bonino - 04/09/2014 » Da guerriero quale sei... Sarà un successo comunque!!
Antonella Bono - 04/09/2014 » Grande Marco!!! Buon divertimento!! Un abbraccio stritoloso!! Sono con te!!
Annalisa Bianchi - 04/09/2014 » Sei forte Marco! Vorrei esserci anch'io, ma le lumache non sono ammesse. Lo farò virtualmente, e tiferò per te. In bocca al lupo!!!!
Eva Bussetti - 04/09/2014 » Sei pronto x questa grandissima avventura? eccome se ti seguirò, contaci!!!!
Luca Sartori - 04/09/2014 » É proprio una bella sfida, un in bocca al lupo!
Luca Sangalli - 04/09/2014 » Forza mitico!!!!!
Andrea Salvini - 04/09/2014 » Daje Macchie.
Enrico Dall'Angelo - 04/09/2014 » Quando uno è forte..... e vaiiii!
Piermario Clara - 05/09/2014 » In bocca al lupo. Domanda tecnica: userai i bastoncini? se sì, con laccioli classici o manopole da nordic? Numero pettorale 1022
Emanuela Favarin - 05/09/2014 » "Ci sono tre grandi cose al mondo: gli oceani, le montagne e una persona motivata". Winston Curchill - [...] daje secco , Macchie !!
Federica Simona Gherardi - 05/09/2014 » In bocca al lupo siete comunque sempre tutti dei grandi
GLI SPONSOR E I PARTNERDoveroso e sentito è un ringraziamento a tutti coloro che hanno scelto di sostenere il mio ambizioso progetto!
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