É stato inaugurato
domenica 4 giugno 2017 il
Nordic Walking Park 2.0 Oasi Zegna. Si tratta del secondo capitolo, per così dire, di un progetto pensato e sviluppato a cavallo dell'inverno 2015/2016.
Se lo scorso anno erano stati aperti i primi tre percorsi, quest'anno ne sono stati aggiunti altri due a disposizione dei numerosi visitatori dell'Oasi Zegna: in questa maniera, essendo tutti e cinque collegati tra di loro, si raggiungono circa 34 chilometri di distanza complessiva.
Diverse le difficoltà altimetriche, svariati i panorami mozzafiato, copiosa la segnaletica verticale, medesima l'emozione nel percorrere ogni tracciato.
L'evento ha avuto luogo presso la Bocchetta di Luvera a partire dalle 10:00. Tante le persone, quasi centocinquanta, che hanno scelto di venire a scoprire le due nuove proposte, nonostante le previsioni meteorologiche non fossero particolarmente positive.
Come gli altri, anche questi tracciati sono stati disegnati e preparati da due istruttori di nordic walking biellesi, Marco Macchieraldo e Arturo Ramella Bagneri. Fondamentale anche il supporto dei giardinieri dell'Oasi, e dell'A.I.B. (Nucleo Antincendio Boschivo), che rispettivamente hanno predisposto palizzate ove necessario e pulito i sentieri dalle sterpaglie eccessive.
Concetto fondamentale mai perso di vista durante l'intero processo di sviluppo è stato ovviamente quello della sicurezza. Ecco perchè tutti i percorsi sono stati dotati di segnaletica dedicata, disposta ogni 300 metri in entrambi i sensi di marcia.
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report a cura di:
Nicolò Caneparo, Nickland Media
I lupi • In questa zona i lupi sono stati sterminati nei secoli scorsi utilizzando il metodo delle buche al cui interno venivano piantati pali acuminati. I lupi vi cadevano attirati dalle esche e poi venivano finiti dai cacciatori. Lo sterminio dei lupi è stato voluto per la loro pericolosità rispetto al bestiame, evidenza peraltro mai provata nel tempo. Il Bocchetto (o bocchetta) di Luvera prende il nome dunque proprio dal ritrovamento di queste trappole. Al giorno d'oggi si hanno palesi conferme che almeno un esemplare di lupo maschio è ritornato in Valsessera da alcuni anni.
I rododendri • Vi è stata altresì la possibilità di ammirare i rododendri selvatici (Rhododendron Ferrugineum) che stanno iniziando la loro fioritura. Le piante viste presso la Conca dei Rododendri in Oasi Zegna sono stati piantumate da Ermenegildo Zegna dal 1951 in poi, prima in maniera molto dilettantistica, solo per abbellire le zone attorno allo stabilimento, poi sempre più in modo professionale e fino al pochi anni or sono anche con la consulenza di architetti del verde come Pejrone e Porcinai. Si è spiegata la differenza tra il rododendro selvatico e quello da giardino, di provenienza prevalentemente dell’est (Cina e paesi limitrofi), area nella quale esistono la maggior parte delle specie. Probabilmente Ermenegildo Zegna scelse questa essenza perchè rassomigliava al carattere dei Biellesi, gente tosta che vive attaccata alle proprie montagne, lentamente ma inesorabilmente, come il rododendro.
La Valsessera e le sue Bocchette • L’Alta Valle Sessera non ha un fondovalle agibile e quindi non vi si trova una strada che sale come nella maggior parte delle valli alpine. In Alta Valsessera si accede solamente dalle Bocchette. Le più famose Bocchetto Sessera e Bocchetta della Boscarola presentano anche una carrozzabile che le unisce. La strada può essere percorsa solo con un permesso della Regione Piemonte. L’Alta Valsessera era ricoperta da un ghiacchiaio e tracce sono ancora visibili dalla conformazione della testata della valle e da un piccola morena laterale sinistra nella zona dell’Alpe Artignaga.
Fra Dolcino • L’epica di Fra Dolcino, tra storia e leggenda, la prima scritta prevalentemente dagli avversari, ha molto a che fare con la Valsessera e con il Monte Rubello. Dolcino ed i suoi seguaci (o quel che ne restava) sono stati sconfitti in una vera battaglia sul Rubello nella primavera del 1037, anno in cui poi il predicatore fu messo al rogo a Vercelli per ordine del Vescono che, supportato dalle alte cariche della chiesa, aveva indetto una vera e propria crociata contro di lui. Dolcino contribuì a fondare il movimento degli apostolici per una chiesa di condivisione. In un periodo in cui la Chiesa ufficiale cominciava seriamente ad accumulare, lui predicava povertà, digiuno e preghiera, oltre che lavoro manuale. Non potevano andare d’accordo. Il fatto che poi, una volta arrivati in Valsesia, i dolciniani si siano macchiati di furti e razzie, forse per fame, ha fatto si che gli stessi fossero perseguiti fino al loro sterminio proprio sul Rubello, tra la Bocchetta di Margosio e l’attuale Santuario di San Bernardo.
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testi a cura di:
Arturo Ramella Bagneri, Green Bear Adventures